"Pensino ora i miei venticinque lettori che impressione dovesse fare sull'animo del poveretto, quello che s'è raccontato."
Beato il celebre Alessandro Manzoni e i suoi venticinque lettori!
Quelli sì che erano bei tempi, quando i lettori erano "pochi" (il loro numero è sempre relativo) ma buoni, quando erano attenti, partecipavano in modo positivo e propositivo alla lettura di un testo e soprattutto non avevano l'ardore superbo di ergersi a giudice, critico e giuria di un libro.
Se il libro piaceva, bene, era un successo per lo scrittore.
Se non piaceva bene lo stesso, senza infamia e senza lode.
Ma poi le cose sono cambiate e il lettore di un tempo si è involuto, trasformandosi nel prototipo perfetto del lettore deficiente.
Deficiente per ignoranza, voluta o causata dal poco studio, per incapacità di tenere il passo con l'evoluzione della letteratura e per tutta un'altra serie di motivi.
In questo libro cercheremo di capire come si è evoluto il rapporto tra scrittore e lettore, chi è il nuovo tipo di lettore e cercheremo anche di spiegare agli autori come tenerlo a bada e, nel caso in cui fosse necessario, rimetterlo al suo posto.
Perché scrittore e lettore non appartengono allo stesso universo, sono pianeti diversi che hanno in comune una stella cometa di nome libro.
Niente di più, niente di meno.