"La sindrome del tramonto" è un "thriller", che appassionerà il lettore portandolo a riflettere di come oggi si possa, geneticamente, non solo manipolare diverse forme di vita, ma condizionare anche l'esistente, soprattutto dove esiste psicologicamente un terreno fertile, come la "Sindrome del tramonto".
Si riferisce a quel fenomeno frequentemente osservato nei malati di DELIRIUM D, caratterizzato dal peggioramento della sintomatologia al tramontare del sole (e comunque in tutte le situazioni di passaggio da una buona illuminazione ambientale a una illuminazione scarsa). Il paziente diventa più confuso, ansioso, irrequieto e più facilmente ha reazioni catastrofiche.
La storia si svolge a metà degli anni '90 quando, un organo governativo italiano è incaricato di valutare i risultati di una ricerca statistica sulla popolazione del momento.
Alcuni personaggi provenienti da settori "non ufficiali" dei servizi di sicurezza dello Stato, suggeriscono di adottare un metodo persuasivo e indolore per evitare che, negli anni a venire, si possa raggiungere lo scenario demografico previsto.
Pertanto commissionano un particolare farmaco, a un'azienda svizzera, che dovrà essere distribuito agli inizi della stagione invernale, e su larga scala, per effettuare una campagna di vaccinazione antinfluenzale.
Alcuni anziani, sui quali viene sperimentato il nuovo vaccino, mostrano effetti che, invece di essere benefici, li portano a stati di "delirium", sempre più critici, tanto che molti preferiscono togliersi la vita, piuttosto che sopravvivere in uno stato di malessere depressivo acuto.
Tali suicidi, causa delle sperimentazione effettuata in alcuni nosocomi romani, insospettisce il nostro Commissario di Polizia, Alessandro Cinti, il quale non si capacita di questo strano quantitativo improvviso di decessi, rispetto al ristretto periodo di tempo in cui avvengono.
Seguendo il suo innato istinto e basandosi su delle ipotesi scientifiche più che su dei fatti precisi, il poliziotto porta gli inquirenti a vederci chiaro e saperne di più.
Le sua indagini riescono a far in modo di ritardare il processo di vaccinazione, quel quanto che basta per oltrepassare i tempi massimi per lo scopo somministrativo antiinfluenzale.
Di fatto, senza saperlo, Il commissario Cinti fa naufragare il complotto, costringendo i fautori di questa terribile azione a desistere da metterla in atto...
Anche questa storia non ha un "vincitore assoluto", un paladino o un eroe, perché certi mali della nostra società sono troppo grossi da essere debellati completamente.
Come pure negli altri romanzi, l'amaro che resta in bocca al lettore è la caratteristica finale che deve far riflettere su quanti e quali mali governano e potrebbero dominare il nostro mondo.
